Prevenzione della riocclusione degli stent coronarici
Numerose ricerche hanno dimostrato che un’effettiva inibizione della funzione delle piastrine potrebbe essere più efficace della terapia anticoaugulante nella prevenzione dell’occlusione acuta degli stent coronarici, per cui da anni in molti centri di emodinamica sono stati avviati diversi protocolli di trattamento antiaggregante. Una ricerca controllata e randomizzata ha evidenziato che il trattamento per quattro settimane con Ticlopidina (250mg x 2) in associazione ad Acido Acetilsalicilico (ASA) (100mg x2), rispetto alla terapia anticoaugulante (Eparina per endovena ed ASA)ha ridotto l’incidenza di eventi cardiaci (morte, infarto, reintervento di angioplastica o bypass d’urgenza) dal 6,2% all’1% e, contemporaneamente, l’incidenza di eventi emorragici dal 6,5% allo 0%. L’occlusione dello stent si è verificata nel 5% dei pazienti in terapia con anticoaugulanti ed in nessuno di quelli in trattamento con antiaggreganti. In un confronto tra ASA da solo, ASA ed Eparina, ASA e Ticlopidina su 1.653 pazienti sottoposti ad angioplasica coronarica con impianto di stent, l’incidenza di eventi maggiori (morte, rivascolarizzazione, trombosi acuta, infarto miocardico) è stata rispettivamente del 3,6%, 2,7% e 0,5% e l’incidenza di complicanze emorragiche dell’1,8%, 6,2% e 5,5%.
In accordo con i risultati di tali ricerche, si suggerisce di trattare per un mese i pazienti a cui è stato impiantato uno stent coronarico con Ticlopidina (250mg x2) in associazione ad ASA (100mg x2); alla scadenza del mese dall’angioplastica i pazienti potranno proseguire la terapia, su consiglio del medico curante, con il solo ASA. (Schoming A et al. A randomized comparison of antiplatelet and anticoaugulant therapy after the placement of coronary-artery stents. N Engl J Med 1996;334: 1084-9) (Martin BL A clinical trial comparing three antithrombotic drug regimes aftercoronary-artery stenting. N Engl J Med 1998;339:1665-71)
(Bollettino di Informazione Farmaci 2000)